Estratto della RELAZIONE dell'inchiesta sull’amministrazione comunale di Borgocollefegato (1909)

Estratto dal: Quaderno valledelsalto.it n. 4 a cura di Rodolfo Pagano e Cesare Silvi

RELAZIONE dell'inchiesta sull’amministrazione comunale di Borgocollefegato (1909) a cura di Rodolfo Pagano

Quaderno valledelsalto.it n. 4, pag. 231 e segg. -> LINK

(Estratto delle pag. 268-269-270)

Corvaro e S. Stefano.

A Corvaro, la più importante delle frazioni, cui è aggregato il villaggio di S.Stefano, e molto più popolosa dello stesso capoluogo, si è venuta da tempo formando tale una corrente di protesta verso l’amministrazione che, come dirò appresso, gli elettori hanno deciso di ottenere la separazione del patrimonio e delle spese dal capoluogo. I Corvaresi lamentano l’abbandono in cui sempre vennero lasciati dalle varie amministrazioni succedutesi al potere le quali solo ebbero cura di spendere le maggiori somme del bilancio a vantaggio del capoluogo, senza tener conto che le rendite patrimoniali della frazione ed il contributo dei frazionisti soggetti a tasse danno all’erario comunale un introito importante tanto da dar loro diritto ad un ben diverso trattamento da parte dell’amministrazione. Ed in verità non mi sembra che le lagnanze siano infondate. A Corvaro le vie interne, e l’ho constatato de visu, sono addirittura impraticabili non soltanto per lo stato in cui è ridotta la pavimentazione di esse, ma benanco per le immondizie d’ogni sorta che impunemente vi si lasciano accumulare.

Le fontane, tre in tutto, situate alla base, al centro e al sommo del paese, che è fabbricato sul pendio di una collina, hanno bisogno, essendo due di esse quasi totalmente ostruite, di importanti riparazioni invano più volte reclamate. Si lamenta la mancanza del medico, della levatrice, della illuminazione pubblica che non esiste affatto; si chiede la riattazione della strada che mena al capoluogo, il completamento della via Diritta, già tracciata ma non finita, che sbocca sulla provinciale ed abbrevierebbe sensibilmente il percorso per Avezzano; si vuole una guardia campestre sul posto per la vigilanza dei boschi; si chiede un maggior assegno di zona boschiva pel pascolo delle capre; si fanno insomma tali e tante recriminazioni d’ogni sorta, specialmente in riguardo alla sproporzione fra il contributo che dà la frazione ed il nessun vantaggio che riceve, che mi son formato il convincimento che nulla varrà a rabbonire il sentimento, ormai generale, di ostilità verso il capoluogo all’infuori del desiderato provvedimento di separazione.

In merito alla istanza di separazione avanzata da Corvaro e dall’annesso villaggio di S.Stefano, è opportuno notare che la manifestazione di un tale desiderio rimonta a molti anni orsono. Nel 1881, tanto la frazione Corvaro che quella di S. Anatolia (costituenti prima del 1811, come le altre frazioni del Comune, altrettante Università con amministrazione e demanio propri) avanzarono istanza per separazione di patrimonio, istanza che venne però respinta dal Consiglio comunale con deliberazione del 4 settembre di detto anno. Nel 1901 la frazione Corvaro riprodusse da sola la istanza in parola ed il Consiglio comunale in seduta 19 novembre stesso anno non ritenendo opportuna la separazione respingeva nuovamente l’istanza nella considerazione anche che non si erano prodotti I titoli occorrenti per documentare le ragioni addotte. Da quell’epoca sempre ha regnato nella frazione Corvaro un certo dissenso col capoluogo e mai in quei naturali è venuta meno l’aspirazione di tener separati il patrimonio e le spese. In questi ultimi tempi il malcontento è acuito ed una prova manifesta dei loro sentimenti separatisti i Corvaresi vollero dare astenendosi dal prendere parte alla elezioni suppletorie fissate il 2 agosto 1908 per la surrogazione di tre consiglieri della frazione decaduti perché in lite vertente col Comune.

La causa occasionale di quella improvvisa levata di scudi fu la soppressione della condotta medica nella frazione S. Stefano, ma la causa vera fu il malcontento, sapientemente forse aizzato da qualche interessato, contro l’amministrazione cui si volle fare un pubblico atto di protesta per l’abbandono in cui lasciavasi la più importante delle frazioni. Alla diserzione delle urne seguirono il 23 agosto 1908 le dimissioni di altri due consiglieri, in modo che da quell’epoca, essendo 3 i consiglieri decaduti e 2 dimissionari dei 6 assegnati alla frazione, un solo consigliere è rimasto a rappresentare l’importante gruppo di Corvaro e S. Stefano Giusta il disposto dell’art. 272 della legge comunale, avendo la frazione perduto cinque dei sei consiglieri assegnati, si sarebbe dovuto provvedere alle elezioni suppletorie, ma non si ritenne opportuno di ritentare la prova indicendo le nuove elezioni perché, come assicurava il sindaco in quell’epoca e come meglio mi son potuto convincere io conferendo coi maggiorenti del paese, a Corvaro, come pure a S.Stefano, sono ormai decisi; avvenga che può, a disertare le urne fino a tanto che non verrà accordata la invocata separazione. Per quanto mi adoperassi in tutti i modi a persuadere quei cittadini che la loro insistenza nel disertare le urne ormai non avesse più ragion d’essere, dal momento che la loro protesta aveva sortito un primo effetto, quello cioè di richiamare l’attenzione delle Autorità Superiori sulle loro disagiate condizioni, e che non sarebbe stato d’ausilio, ma anzi di possibile intralcio al buon esito della loro istanza di separazione, il contegno assunto dalla popolazione quasi ribelle alle prescrizioni di legge, nulla poterono su quegli animi eccitati le esortazioni e gli argomenti persuasivi da me addotti.

Il contegno risoluto di questa popolazione e la difficoltà da parte dell’amministrazione di soddisfare le numerose pretese, hanno indotto quest’ultima a considerare come più opportuno espediente quello di assecondare la domanda di separazione anziché di respingerla come pel passato, ed infatti il Consiglio nella seduta del 23 maggio u.s. deliberando sull’istanza presentata dai frazionisti di Corvaro e S.Stefano ha dato parere favorevole per la chiesta separazione.

Il Consiglio nel prendere una tale decisione ha tenuto presente che a seguito della separazione il bilancio verrebbe a risentire una perdita di circa duemila lire annue, a tale somma ammontando la differenza fra le entrate di cui dispongono le frazioni (circa 14 mila lire) e le spese che annualmente vengono erogate per le esigenze delle frazioni stesse, ma pur di troncare una buona volta le cause di vecchi malumori e delle nuove agitazioni gli amministratori hanno preferito accogliere la domanda di separazione, unica soluzione che potrà tacitare gli animi dei reclamanti ai quali non sarebbe certo agevole cosa, nelle attuali contingenze, far concessione di tutte le accampate richieste.

La frazione Corvaro, con l’aggregato villaggio S. Stefano, stando alle affermazioni del sindaco e degli stessi frazionisti, si trova nella possibilità di poter provvedere a tutti i suoi bisogni e quindi in linea di massima ritengo che possa effettuarsi la chiesta separazione; sarà poi questione in sede di riparto lo stabilire quali entrate patrimoniali spettino alla frazione e quali passività debbano rimanere a carico degli istanti i quali col fatto della separazione non potranno pretendere di essere esonerati dal contribuire alle spese generali del Comune.

Questa del riparto non è certo una questione di facile soluzione,e quindi ritarderà l’attuazione della progettata separazione, ma io son convinto che a questa conclusione bisognerà pur venirci se si vorrà restituire in calma una popolazione di circa duemila frazionisti (il terzo quasi della popolazione dell’intero Comune) che ormai sono fermamente decisi a veder soddisfatta la loro antica aspirazione di amministrare per proprio conto i beni di cui dispongono e provvedere da soli alle loro esigenze. D’altra parte il Comune se perderà con ciò qualche cespite d’entrata, guadagnerà grandemente in pace e tranquillità, riacquistando l’amministrazione il suo normale funzionamento turbato.