Richiesta delle frazioni Corvaro e S. Stefano di Borgocollefegato per la amministrazione separata dei terreni di uso civico

Tratto da "Relazione Usi Civici di Corvaro-S.Stefano" inedito di Gianni Colabianchi - pag.103-111

Il Comune di Borgocollefegato (16 frazioni - abitanti 7020 - Kmq. 148) è formato dalla riunione di sette antiche università agrarie.

La popolazione, assai povera, ritrae i mezzi di vita dai limitati prodotti agricoli dei terreni, siti in zona montuosa e boschiva e dal ristretto commercio del bestiame.

I migliori terreni per pascoli e boschi si trovano nella zona di Corvaro.

Nel 1948 i frazionisti di Corvaro (ab. 1552), S. Stefano (ab. 277) e S. Anatolia (ab. 826) avanzarono domanda intesa ad ottenere il distacco delle tre frazioni dal Comune di Borgocollefegato e la conseguente erezione a comune autonomo con sede in Corvaro. La richiesta non ebbe esito, non raggiungendo la popolazione complessiva il numero minimo di abitanti (3000) prescritto dall'art. 33 del T.U. Legge Comunale e Provinciale.

Fu allora che gli abitanti delle frazioni di Corvaro e S. Stefano (distanti fra esse 1 Km. e rispettivamente tre e quatto Km. dal capoluogo) avanzarono alla C.P.A. domanda, in data 20/01/1951, per ottenere l'amministrazione separata dei loro terreni di uso civico, in base agli art. 26 e 64, rispettivamente, della Legge 16/6/1927 n. 1766 e del R.D. 26/2/1928 n. 332, per i quali i terreni di uso civico di originaria appartenenza delle frazioni saranno amministrati dalle medesime, "separatamente da altri", a norma della Legge Comunale e Provinciale, "a profitto dei frazionisti". Detta amministrazione separata è disposta dalla G.P.A. "che nomina un Comitato d'amministrazione di tre o cinque membri scelti fra i frazionisti".

La domanda fu inviata dalla Prefettura al Commissariato Usi Civici al fine di accertare se e quali terreni fossero di originaria apparteneneza dalle suddette frazioni. Il Commissariato rispose in data 21/4/1951 (all.1) riconoscendo la legittimità delle richieste e precisando che con sentenza 24/8/1810 la Commissione Feudale aveva dichiarato appartenere da data antichissima all'Università agraria di Corvaro, come suo demanio, i terreni denominati "Casali boscosi, Coste della Duchessa, Tavoliere boscoso, Frontino foreste, Coste di Malito e Casabone" ed aveva altresì dichiarato demani ex feudali, soggetti ad uso civico di natura utile, (quindi con la possibilità di commerciarne i prodotti) i terreni denominati Cava, Duchesse e Coste del Corvaro.

Il commissariato degli Usi Civici concludeva pronunciadosi favorevolmente in merito alla richiesta concessione dell'amministrazione separata, a norma della citata legge del 1927.

Portata la pratica, nella seduta del 27/7/1951, alla G.P.A. questa (all.2) accedeva alla tesi della separazione. Nessuna decisione veniva però notificata agli interessati in quanto che la G.P.A. stessa, nela seduta successiva, riteneva di soprassedere, in attesa di approfondire meglio gli argomenti addotti dal Comune contro la richiesta, argomenti che, secondo la G.P.A., con erano stati sufficientemente illustrati dal relatore.

Intanto, a seguito di una comunicazione indiscreta e quanto mai inopportuna, fatta telegraficamente da un componente della G.P.A. al Parroco di Corvaro, Don Filippo Ortenzi, (tenace promotore e sostenitore della separazione), la notizia che il detto consesso si sarebbe già pronnunciato favorevolmente era pervenuta ai frazionisti, i quali si davano a manifestare la propria esultanza con suono di campane, spari di mortaretti, etc.

Gli amministratori comunali ed i dirigenti -comunali e provinciali- del partito democristiano si portavano subito in Prefettura, facendo presente lo stato di tensione, esistente fra i frazionisti di Borgocollefegato e gli altri abitanti del Comune. Aggiungevano che, qualora venisse effettivamente concessa l'amministrazione separata, tale stato di tensione potrebbe degenerare in disordini per le seguenti considerazioni:

- perchè i naturali di altre frazioni, povere di pascoli e di boschi, non potrebbero continuare a spingersi nelle montagne di Corvaro, per legnare o far pascolare qualche capo di bestiame.

- perchè la costituzione dell'amministrazione separata aggraverebbe lo stato di miseria del Comune, il quale continuerebbe a sostenere le stesse spese per i servizi pubblici della frazione, mentre verrebbe a perdere le entrate derivanti dalla vendita annuale delle erbe e dai tagli dei notevoli appezzamenti boschivi siti in Corvaro;

- perchè tutte le altre frazioni - ed Università agrarie - potrebbero legittimamente seguire l'esempio di Corvaro e chiedere l'amministrazione separata dei pochi beni di loro pertinenza, portando il Comune alla rovina economica.

Per tali considerazioni, confermate anche dall'Ufficio Ragioneria della Prefettura -circa le gravi difficoltà in cui si troverebbe il Comune con la separazione dei beni, la Prefettura non riportava più la pratica all'esame della G.P.A.-

In data 20/1/1953, il Parroco don Ortenzi ed altri frazionisti sollecitavano la decisione con nuova istanza in bollo diretta al Prefetto, il quale ad evidente fine dilatorio, scriveva nuovamente al Commissariato degli Usi Civici (all.3) perchè si pronunciasse sulla circostanza, invero affermata molto genericamente dal Sindaco, che il godimento degli usi civici nella zona non sarebbe stato esclusivo dei frazionisti di Corvaro ma promiscuo a tutti i cittadini del Comune. Il Commissariato, in data 8 luglio scorso, rispondeva (all. 4) confermando brevemente ma recissamente il precedente parere e dichiarando che i beni di Corvaro-S.Stefano "debbono" essere amministrati dalle frazioni medesime.

Recentemente, in data 11/11/1953, il Parroco Don Ortenzi ed i frazionisti sono tornati alla carica, rinnovando la precedente istanza (che era priva dell'autentica notarile delle firme) ed allegando copia della relazione del Geometra Fabiani, incaricato nel 1932 dal Commissariato Usi Civici di uno studio sul demanio del Comune: detta relazione riporta integralmente la citata sentenza della Commissione Feudale del 1810 sulla sicura apparteneneza a Corvaro dei beni dei quali è richiesta l'amministrazione separata.

Allo stato delle cose non v'ha alcun dubbio che i corvaresi, nel richiedere l'amministrazione separata, sono nel loro buon diritto.

Ma occorre preoccuparsi degli effetti della separazione: tale proccupazione è stata sinora sentita dalla Prefettura che ha seguito una tattica temporeggiatrice, seppure niente affatto conclusiva. Ho chiesto al Capitano dei Carabinieri comandante la Compagnia di Cittaducale, di riferire in Prefettura sulla circostanza -affermata dal Sindaco e negatami dai frazionisti di Corvaro- che questi ultimi esercitano con gli altri abitanti del Comune il pascolo promiscuo nelle montagne di Corvaro. Con la conseguenza dei temuti disordini nel caso di cesssazione della promiscuità.

Premesso che la richiesta della separazione deii beni avrebbe potuto essere avanzata sin dal 1927, le conseguenze di essa danneggerebbero, come s'è detto, enormemente le finanze del Comune. L'inevitabile inasprimento tributario renderebbe assai più misere le condizioni di quella popolazione (Cicolano) che, secondo i dati del bilancio preventivo 1953, già sostiene un carico tributario individuale di L. 1.674,70,-

Il Sindaco di Borgocollefegato ed il Segretario della Sezione Democristiana di detto Comune hanno voluto (all. 5 e 6) far presente i pericoli derivanti dalla richiesta separazione. In particolare il Sindaco ha controbattuto l'accusa di "abbandono" contenuta nell'istanza dei frazionisti di Corvaro.

In effetti le condizioni di Corvaro, per servizi ed spese pubbliche, lasciano molto a desiderare, ma sono indubbiamente migliori di quelle delle altre frazioni.

Vi sono sul posto il medico e l'ostetrica: esistono due acquedotti e l'illuminazione; sono state costruite 68 case popolari ed altre 12 sono tuttora in costruzione, oltre alle 22 casette asismiche in dipendenza del terremoto del 1915; sono in corso di sistemazione le strade interne dell'abitato. Dal 1951, sarà efficiente il servizio di manutenzione della strada Corvaro-Ponte Collefegato-buccia Secca, per cui è stato istituito un consorzio con l'Amministrazione Provinciale, con l'onere per il Comune di L. 480.000/annue. L'edificio scolastico (come si dirà più innanzi) è in corso di costruzione.

Mi sono  recato a Corvaro con la segreta speranza di ottenere dal Parroco Don Ortenzi (palese, fervente e primo sostenitore della separazione), la promessa di recedere dalla richiesta. All'uopo ho comunicato a lui ed ai tre assessori rappresentanti la frazione (e che ho trovato riuniti in casa sua) che, a seguito della lettera in data 14 corrente con la quale il Sindaco ha invocato dalla Prefettura provvidenze per esecuzione di opere pubbliche nel Comune, volevo rendermi conto delle reali necessità della frazione per poterle più rappresentare a V.E. -dopo aver esaminato, una per una, tali necessità (di cui sarà detto più innanzi) e dopo aver visitato tutta al frazione, ho parlato da solo con il Parroco, facendolo riflettere sull'evidente danno che l'Amministrazione separata avrebbe arrecato al Comune e sulla convenienza per la frazione di cercare di ottenere, in cambio, l'essecuzione delle opere pubbliche di cui abbisogna.

Ho fatto rilevare che la G.P.A. potrebbe anche, come fece lo scorso anno, in occasione della vendita del bosco Cerasolo (sito in Corvaro), (all. 7,8) accedere alla richiesta -già in atti- di accantonare buona parte della somma ricavanda dall'altro bosco di prossimo taglio, sito anch'esso in Corvaro, e denominato Casaona: in tal modo, la somma verrebbe depositata e svincolata solo a seguito di atti deliberativi relativi ad opere pubbliche da eseguirsi nelle frazioni.

Purtroppo il mio tentativo -che ho precisato al Parroco essere solo frutto di una mia personale iniziativa - é stato vano: egli ha insistito, sia pure con garbo, ripetendo che i beni cui trattasi appartengono ai Corvaresi e spetta quindi ad essi di amministrarli-.

Vostra Eccelenza decidirà se non sia il caso di chiamare Don Ortenzi in Prefettura al fine di ritentare, con ben diversa autorità, di raggiungere lo scopo.

Comunque, ritengo che non si possa più procrastinare l'esame della domanda di separazione, da parte della G.P.A.- Questa, peraltro, dovrà dichiararsi incompetente, perchè come precisato dal Ministero dell'Interno con circolare 10/9/1937 n. 15100.151.41387 (all.9), l'art. 64 del citato R.D. 26/2/1928 n. 332 sul riordinamento degli ulsi civici deve ritenersi abrogato dall'art. 84 del T.U. 3/3/1934 n. 383, nel senso che l'amministrazione separata dei terreni delle frazioni, soggetti ad uso civico, compete non più al Comitato nominato dalla G.P:A. ma ad un commissario, di nomina del Prefetto e scelto anche fra i non frazionisti. Ciò è stato anche fatto presente dal Commissariato Usi Civici nell'ultima parte della lettera 21/4/1951 n. 438. Al riguardo però il Paviolo, nel suo Commento alla legge comunale e provinciale (anno 1951), alla pagina 157, asseriva che "l'amministrazione separata dei terreni assegnati ad una frazione dev'essere assegnata, anzichè ad un commissario unico, com'era stabilito dalla legislazione fascista, a tre commissari, nominati nei modi stabiliti dall'art. 132 T.U. 1915, come più conforme ai principi che ispirano le restaurate libertà amministrative locali".

L'art. 132 anzidetto prevede il caso di conflitti di interessi di una frazione con altra frazione o con il Comune, la tutela di tali interessi spetta a tre commissari nominati dagli elettori della frazione, all'uopo convocati dal Prefetto.

L'esigenze della frazione Corvaro rappresentatemi localmente o confermatemi dal Sindaco, sono le seguenti:

1. L'ultimazione dell'edificio scolastico: è una costruzione mastodontica, che conterrà in due piani, solo cinque aule grandissime, oltre a vari corridoi ed accessori. Ebbe inizio nel 1938, come opera da eseguirsi con le provvidenze concesse con il terremoto del 1915. I lavori furono appaltati dal Genio Civile, per un importo previsto in L. 370.000, ad una ditta di Avezzano, ma furono sospesi a seguito della risoluzione del contratto per la guerra. Successivamente furono ripresi da altre ditte, ma mai completati.

In data 4/3/1953, il Genio Civile comunicava che i lavori di completamento, come da perizia per L. 13.000.000, erano stati aggiudicati e che si attendeva l'autorizzazione del Ministero per la consegna all'impresa aggiudicataria Silvi Antonio. A tutt'oggi, tale autorizzazione non è pervenuta e la costruzione, giunta al 2° piano, continua ad essere dannegiata dalle intemperie e costituisce, per lo sgretolamento, un pericolo per l'incolumità pubblica. Sarà bene intervenire presso il Ministero LL.PP.

Lavori coperti: vengono richiesti in numero di due. Attualmente, entro l'abitato, vi sono soltanto delle vasche rudimentali, unite agli abbeveratoi per il bestiame.

Abbeveratoio: da costruirse in montagna, in località Fonte Vena, in aggiunta a quello esistente dall'altra parte della montagna, in località Cupello. Potrebbe essere destinata allo scopo, parte della somma accantonata alla Camera di Commercio per migliore boschive.

Asili infantili: non esiste alcun locale, tranne la casa del Parroco, per raccogliere i bambini della frazione (circa 300). Il Comune, nella seduta del 30/12/1953 ha incaricato un tecnico della progettazione.

Continuazione della strada S.Stefano-Valle Melito: il relativo cantiere di lavoro, gestito dalla Camera di Commercio, è stato ultimato giorni or sono. Viene sollecitata la concessione del prolungamento, richiesta con deliberazione consiliare del 20/12/1953.

Posto fonotelegrafico: venne iniziata con la Direzione Provinciale PP.TT la pratica per l'istituzione in quatto centri, tra cui Corvaro. Agli atti del Comune esistono le relative domande in bollo e le delegazioni sulla sovrimposta, che però non sono mai partite per il Circolo costruzioni telegrafiche e telefoniche.

Il Sindaco ha spiegato di aver soprasseduto all'invio, avendo appreso che, per i Comuni o frazioni con oltre 1000 abitanti, l'impianto sarebbe stato gratuito. Sarà bene formarsene presso la locale Direzione Prov.le PP.TT.

Acquedotto: dei due piccoli acquedotti di Corvaro, uno porta da due anni acqua inquinata, purificata a mezzo cloramina, con una spesa annua di oltre L. 150.000.

Nella seduta del 20/12/1953, il Consiglio ha incaricato un tecnico di redigere un progettino per la costruzione dell'opera di presa mancante, con ciò si potrà eliminare l'inquinamento e la relativa spesa di disinfezione.

Strade: depolverizzazione dei due bracci di strada che uniscono Corvaro alla Cicolana e per cui pasa la corriera. La strada trovasi elencata, fra quelle urgenti, nel verbale del 19/12/1953 dell'apposito Comitato, presieduta da V.E.

Illuminazione: ampliamento rete interna.

Sistemazione Fosso Valle Rio: trattasi di un torrente stagionale che danneggia la zona bassa del paese.

I lavori suddetti potranno essere effettuati con l'accantonamento di parte della somma ricavanda dal taglio del bosco Casaona, sito in Corvaro e con accensione di mutuo.